CONSIGLIO NUMERO 51  – L’ATTIVAZIONE –

 

INTENSITA’ E VELOCITA’ IN FUNZIONE DELL’ ATTIVAZIONE

Da qualche anno il mondo sportivo dei sovraccarichi è in particolare fermento. Molto probabilmente perchè proprio il 2016 sarà l’anno che vedrà l’esordio, seppur solo dimostrativo, del powerlifting alle olimpiadi. Il bilanciere a Rio de Janeiro verrà sollevato in modalità strappo e slancio (weightlifting) e squat, stacco e panca piana (powerlifting).

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Gli atleti più forti del mondo daranno spettacolo con carichi stratosferici, accelerazioni strabilianti coadiuvate da posture studiate frutto di un’ infinita ricerca dell’attivazione intra-muscolare ed extra-muscolare perfetta.
Nel weightlifting le attivazioni estremizzate sono sempre state insite nell’ esecuzione perchè durante le fasi complesse dei due esercizi (strappo e slancio) si alternano movimenti pluriarticolari, pliometrie, fasi aeree con la marcata elasticità del bilanciere omologato. Talune di queste iperattivazioni che si vedono sia a bassi livelli sia ad alti livelli nel weightlifting sono addirittura sconvenienti ( l’iperattivazione dei muscoli trapezio massimizzando la curva cervicale porta a vari gravi svantaggi:

1-percezione alterata dell’ attivazione di tutta la schiena,

2-abduzione delle scapole con relativa instabilità di tutto il cingolo scapolo omerale, sovraccarico del sovraspinato e ipotonia dei muscoli che adducono le scapole (trapezio basso e romboide),

3-tensione dei muscoli scaleni e possibilità di creare la sindrome da “stretto toracico” ecc..
Nel powerlifting stanno lentamente arrivando a comprendere che la velocità di esecuzione è la fondamentale prerogativa di un’attivazione marmorea quindi di una prestazione importante. Riuscire a sollevare un carico molto pesante in modo esplosivo richiede anni di attente procedure, adattamenti biochimici dell’atleta, spiccata volontà e sensibilità.

Ma biochimicamente che differenza c’è tra sollevare 300 kg lentamente e 300 kg in modo esplosivo?
Dove è il vantaggio?

Weightlifting: 2 esercizi, 6 alzate, componente traumatica da impatto con l’attrezzo, obiettivo portare il bilanciere posizionato a 25 centimetri da terra sopra la testa, eretti a braccia tese.

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Powerlifting: 3 esercizi, 9 alzate, zero componente traumatica, obiettivo sollevare il bilanciere sfruttando posizioni che ne accorciano  il tragitto ed enfatizzano le attivazioni muscolari.

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Pur essendo composto da 3 esercizi il powerlifting, visto la quantità di lavoro da svolgere (circa un sesto del weightlifting nonostante un esercizio in più), ha il massimo vantaggio nel produrre il minimo dei metaboliti da lavoro anaerobico possibili. Meno dura (tempo di esecuzione) una alzata meno metaboliti si producono. Meno metaboliti si producono meno sensazione di stanchezza e dolore si avverte durante le rimanenti alzate di gara.

RAGIONARE CORRETTAMENTE:

1°ATTIVAZIONE》2° INTENSITÀ》3° VELOCITÀ = ERRATO
1°INTENSITÀ》2° VELOCITÀ》3° ATTIVAZIONE = ERRATO
1°VELOCITÀ》2°INTENSITÀ》3° ATTIVAZIONE = ERRATO
1°ATTIVAZIONE》2°VELOCITÀ》3° INTENSITÀ = ERRATO
1°INTENSITÀ》2° ATTIVAZIONE》3° VELOCITÀ = ERRATO
1°VELOCITÀ》2° ATTIVAZIONE》3°INTENSITÀ = ERRATO

CONDIZIONARE BIOCHIMICA E CERVELLO AD ESEGUIRE SIMULTANEAMENTE LE 3 VARIABILI.

 

Pubblicato da RAFFANIMAL

Strength coach personal trainer master sport specialist, istruttore powerlifting, docente scienze motorie presso istituto aeronautico Mario Calderara, città Verona, cell.:3402490405

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